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martedì, 05 aprile 2016

Commenti

manu

stefano, kovalski, grazie!
cate, la rabbia è il sentimento giusto. la voglia e lo slancio di pensare che tutto sarebbe potuto andare diversamente. la figura di tuo padre è legata a l'aquila com'era e come non tornerà. sarà un'altra cosa, mi dico. forse anche più bella, ma diversa. qualcosa che ha calpestato troppo per interessi che non avrebbero dovuto interessarci. la gente del friuli è stata magica, gli aquilani sono stati messi nella condizione di non poter far nulla se non aspettare con pazienza fuori dalla zona rossa.
tutto doveva passare da mani istituzionali, le mani non arrivavano, gli inverni rovinavano quel poco che era rimasto in piedi, le coscienze si addormentavano. ed eccoci qua.
anch'io ne parlo con grande tristezza e non sono così sicura di sapere (o sentire) più di te. grazie per queste tue parole, abbiamo fatto a metà di un po' dei dolori che abbiamo dentro, come sempre.
ti abbraccio tanto.

cate

ciao manu, oggi sono tornata qui e sono veramente felice di ritrovarti.

io non riesco a parlare dell'aquila perché mi ricordo di papà in ospedale, quando avvenne.
e non posso sapere come stava lui, o come stavi tu; quindi non dico niente su questo o dico a bocca stretta qua e poi basta.
per me l'aquila è un pomeriggio dorato con delle fontane e io che correvo bambina.
mi manca, come mi manca mio padre.
le cose per me sono tristemente sovrapposte, tristemente ma rabbiosamente, perché l'aquila non è morta, non è sepolta, potrebbe vivere di nuovo, e questa cosa mi amareggia moltissimo, nel mio piccolo.

una cosa però te la voglio dire. quando avvenne il vajont in friuli qualcuno ebbe la splendida idea di creare una new town, come la chiamano ora, nominarla proprio "vajont" (quando le città colpite si chiamavano Erto, Casso e Longarone) e farci andare a vivere, sfollati, i superstiti della tragedia. È stato il primo lavoro di mia madre in friuli: guardia medica a Vajont. Non ne parla volentieri, perché c'era un tasso di suicidi altissimo e lei poteva solo constatare questi decessi dovuti alla doppia tragedia: perdere la propria casa due volte.
poco più di dieci anni dopo il vajont è arrivato l'orcolat, il terremoto. (orcolat in friulano vuol dire grande orco). ci hanno riprovato, a fare le new town, e i friulani si sono ribellati, e hanno ricostruito le case dov'erano.

io con questo voglio dire: perché calpestare di nuovo le persone?
perché sradicarle di nuovo, dopo quello che hanno passato?
non li abbiamo già visti, i terremoti? perché quello che è successo in friuli non si può rifare?
sono passati solo sette anni. non è un terremoto antico. e io non mi posso arrendere a come è stato gestito, questa è la cosa che più mi brucia. se penso alla palazzina che avevano i familiari di mio padre, all'officina andata distrutta, al prefabbricato dove sono stati sfollati, mi chiedo solo perché fare anche questo a chi ha già subìto troppo.
però non voglio parlarne più perché tu sai e senti meglio di me.

ti abbraccio,

cat

Stefano

<3 ..................... <3

kovalski

< 3

manu

felix! salutalo tanto da parte mia... le nostre parole sono rimaste un'oasi felice, in mezzo ai ricordi di quei giorni. :-*

L' Alligatore

Memorabile quella serata, con te e l'amico di Trento, Felix Lalù si chiama. Grazie a te ...

manu

kovalski, ( )
xxx, sai che forse non importa? chi è il leone, intendo. conta la vicinanza e, come scrivi tu, non mentirsi mai. a questo proposito: non sarà il caso, dopo dieci anni, di dirmi come ti chiami? :)
l'alligatore, ti ho pensato molto scrivendo questo post. speravo tu leggessi, perché tu c'eri, ricordi? la sera prima di andare a cambridge ci scrivevamo da bristol... c'era anche un tuo amico molto simpatico di trento, come si chiamava? ti abbraccio tanto!
sara, dici? allora inizierò anch'io! :-*

sara

Dicono che i grandi cambiamenti avvengono ogni sette anni. voglio (provare) iniziare a credere ai proverbi.

Ogni sett'anni a fortuna gira, ogni vintiquattr'uri è jurnu novu.

L' Alligatore

Sembra uno scritto meditato e cullato nella mente sette fottutissimi anni.

xxx

TU mi lasci senza fiato, vorrei essere stato io l'uomo dell'abbraccio. Ma non so mentirmi mai e ti dico che in quell'abbraccio il leone saresti stata TU... piccolo gigante che non tramonta!

kovalski

( )

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