non so dove vado con le gambe, non so se sono un uomo o tutto il resto, non so se vedo tutto quello che c'è o se esiste solo quello che posso vedere. ma alcune cose le sento, violente, e mi fanno atterrare all'improvviso, con la faccia contro l'asfalto. può essere uno sguardo inutile, molto più di quelli a fuoco di gente che ti guarda fissa quando parla anche se non ti sta dicendo niente. due o tre parole strappate a qualcuno, quasi sempre molto più significative di quelle ufficiali. incontri casuali, molto più di quelli programmati rimandati e superati senza lasciare traccia. normalmente cammino fuori dal mondo, persa nelle mie cose. i miei pensieri continuano a sembrarmi più interessanti di quasi tutto. lascio un radar acceso, una spia, qualcosa che sappia segnalarmi quando è il caso di accendermi. l'unica cosa che mi conferma che esisto. c'è chi la chiamerebbe umanità.
al semaforo una signora anziana ha cominciato a sorridere a mio figlio. poi a dirgli parole dolci - tipo: come sei bello. poi a parlare di lui - tipo: quanti anni hai? poi a parlare dei figli in generale - tipo: quando sono così piccoli sono belli poi crescete... poi a parlare di sé - tipo: io sono nonna di due bambini ma ormai sono rimasta sola. e fin qui normale amministrazioni: spia spenta, pilota automatico per una conversazione che non impegni e che mi porti dritta fino al verde del semaforo.
ma poi la signora si è messa a piangere. e lì, all'improvviso, l'ho guardata fortissimo negli occhi. io, ripensandoci, avrei dovuto capirlo già da quel crescete. già dal suo inizare a vedermi come una figlia e non come una madre, già dal suo passaggio da nonna a mamma. una ragazza così giovane, ci metterei la firma. quando siete piccoli togliete ogni dolore, poi, da grandi, andate via. la signora ha due figlie una a milano e l'altra non sapeva di preciso dove, aiuto!, ma in nord italia. una delle due ha due bambini.
le ho detto: siete un po' lontani ma magari ogni tanto vi vedete, no? tipo a natale...
e lei: no, li ho visti appena nati poi non più.
ora io, lo so, ho dei valori fuori mercato. lo so: non sono fatti miei. lo so: devo smetterla di ragionare come se mio padre fosse aiace telamonio: gli anziani, il rispetto, la hybris, enea in fuga da troia in fiamme con anchise sulle spalle, ascanio per mano e creusa disperata dietro... ma, chissà con che diritto, ho iniziato a immaginare la figlia a milano, forse impegnata in una vita che le piace. forse serena, forse tormentata da angosce di tut'altro segno. forse finalmente al passo con i tempi, lontana da un passato che non le rendeva giustizia. emancipata e civilizzata: mangia sushi, fa la raccolta differenziata, cuoce quinoa. forse cresce due bambini tra campi estivi, corsi di karate e babysitter ricattatorie. forse cammina svelta per le vie di milano e non sa che, a quattro ore di treno, sua madre è ferma a un semaforo e piange per lei.
:-*
Scritto da: kovalski | mercoledì, 02 marzo 2016 a 11:35
ma sono qua! :)
ma è una persona come un'altra. magari avrà avuto i suoi buoni motivi, magari avrà fatto scelte diverse... ma tre ore di treno non sono molte e le distanze incolmabili sono solo quelle mentali. riguardo ai motivi, non so, passa il tempo e cosa resta? non capisco l'orgoglio ferito, la coerenza, l'aver parlato una volta... mi ha fatto male parlare con quella signora perché non penso che, da nesusna parte, possa esistere una felicità che comprenda strappi così dolorosi. (baci.)
Scritto da: manu | giovedì, 25 febbraio 2016 a 18:03
manchi sempre.
manca il tuo sguardo, la tua capacità di vedere.
mancano le tue parole, la tua capacità di dire.
<3
poi mi chiedo se la incontro o se la ho incontrata mai quella figlia che è madre, che forse fa la differenziata dell'umido forse mangia giapponese.
e poi mi chiedo perché scappa, perché scappa dalla madre, dalla città, dalla sua vita prima. e mi dico che se una scappa, avrà un motivo per scappare, forse. chissà quale è.
Scritto da: kovalski | lunedì, 22 febbraio 2016 a 18:41
hai visto, xxx? torno.
Scritto da: manu | martedì, 09 febbraio 2016 a 09:51
E quando avevo perso ogni speranza, rieccola qua!
Col suo tocco genial e i suoi occhi enormi.
Scritto da: xxx | martedì, 09 febbraio 2016 a 08:54