quello che segue è il brano tratto da sottomissione di michel houellebecq di cui scrivevo ieri in un commento ad arthur. spiega bene, almeno secondo me, il senso di legame che si instaura sempre tra autore (se effettivamente presente nel libro) e lettore. i corpi (né muti ritagli di corpi) non c'entrano, si tratta di un legame privo persino di una stretta di mano. c'entra la presenza, la presenza effettiva tra le righe di quello che scrivi. solo quello.
"Eppure la specificità della letteratura, arte maggiore di un Occidente che si va consumando sotto i nostri occhi, non è molto difficile da definire. Al pari della letteratura, la musica può determinare uno sconvolgimento, un ribaltamento emotivo, una tristezza o un’estasi assolute; al pari della letteratura, la pittura può generare uno stupore, uno sguardo nuovo posato sul mondo. Ma solo la letteratura può dare la sensazione di contatto con un’altra mente umana, con l’integralità di tale mente, le sue debolezze e le sue grandezze, i suoi limiti, le sue meschinità, le sue idee fisse, le sue convinzioni; con tutto ciò che la turba, la interessa, la eccita, la ripugna. Solo la letteratura può permettere di entrare in contatto con la mente di un morto, in modo più diretto, più completo e più profondo di quanto potrebbe fare persino la conversazione con un amico; per quanto profonda e solida possa essere un'amicizia, in una conversazione non ci si abbandona mai così completamente come davanti a una pagina bianca, rivolgendosi a un destinatario sconosciuto. Certo, è ovvio che quando si tratta di letteratura la bellezza dello stile e la musicalità delle frasi hanno la loro importanza; la profondità di riflessione dell'autore e l'originalità dei suoi pensieri non sono da disprezzare; ma un autore è innanzitutto un essere umano, presente nei suoi libri, e in definitiva il fatto che scriva molto bene o molto male conta poco, l'essenziale è che scriva e che sia, effettivamente, presente nei suoi libri. [...] Pertanto, un libro che amiamo è soprattutto un libro di cui amiamo l'autore, che abbiamo voglia di ritrovare, con il quale abbiamo voglia di passare le nostre giornate."
:-)
Scritto da: manu | giovedì, 09 aprile 2015 a 14:53
bellissimo, sì :-)
Scritto da: kovalski | giovedì, 02 aprile 2015 a 20:21
esatto, niente di più. anche se, ovviamente, non è da tutti riuscire ad essere così asciutti e disincantati senza scadere in quel cinismo da dj di provincia che ormai è diventato un po' la cifra di ogni gggiovane intelligente. ;-) (che bello, la stessa frase!)
Scritto da: manu | giovedì, 02 aprile 2015 a 14:46
"Solo la letteratura può permettere di entrare in contatto con la mente di un morto, in modo più diretto, più completo e più profondo di quanto potrebbe fare persino la conversazione con un amico." è sottolineato sulla copia che è lì, appoggiata su uno scaffale della libreria in questa stanza...
houllebecq non ha magia, no. né poesia. houellebecq è il puro, semplice, scontornato, basico, essenziale reale. il nostro reale dell'occidente odierno, null'altro.
Scritto da: kovalski | mercoledì, 01 aprile 2015 a 23:05
Sì Manu, come nella vita. :-)
Scritto da: Arthur | mercoledì, 01 aprile 2015 a 00:04
houellebecq è arguto ma senza magia e, forse, il suo bello è proprio questo. un po' come quando mi incanto di fronte al degrado urbano... che sempre, al di là della sgradevolezza, conserva qualcosa di malinconico e autentico. da scovare, con pazienza, sotto detriti e cinismi a basso costo. ecco, i suoi libri sono esattamente così. forse troppo poco, o troppo in generale, per la tua ricerca poetica, albafucens. :-*
Scritto da: manu | lunedì, 30 marzo 2015 a 15:36
non conosco Houellebecq, ma il brano che riporti è bellissimo [vero] e mi fa venire voglia di ri_trovarlo, passarci insieme un po' di tempo :)
Scritto da: albafucens | lunedì, 30 marzo 2015 a 08:49
arthur, come nella vita vera, in fondo. :-)
mamo, secondo d non si può usare la forma attiva in un articolo scientifico. lui mi ha detto che i primi tempi ci pensava e quasi sembrava meglio. ma ora invece quando legge I want to show you... ne è certo: non puoi scrivere io se parli di matematica! (questo tanto per dare un contributo alla battaglia! :-P)
l'alligatore, dovresti. è molto provocatorio e, di certo, non si tratta di capolavori ma le sue ipotesi narrative, sempre stranianti, fanno riflettere. baci!
Scritto da: manu | domenica, 29 marzo 2015 a 10:44
Mai letto Houellebecq, ma la sua tesi mi sembra molto interessante, direi azzeccata.
Scritto da: L' Alligatore | sabato, 28 marzo 2015 a 14:49
e amme' invece mi tocca combattere battaglie come questa:
http://www.sci.utah.edu/~macleod/writing/passive-letters.html
Scritto da: mamo | sabato, 28 marzo 2015 a 08:31
E nel quale alle volte ci si identifica al punto da ritrovarsi lettore e autore allo stesso tempo.
Concordo in pieno. :-)
Scritto da: Arthur | venerdì, 27 marzo 2015 a 17:31