si dà il caso ma non per caso che un giorno dell'estate scorsa mi aggirassi con una tazzina in mano davanti alla grande libreria di una bellissima casa di washington d.c. (dove d.c. sta per daniil charms, ovviamente.) fuori gli scoiattoli correvano tra i rami, avevamo già bevuto ventuno caffé e il sole era altissimo, quasi perso in uno di quei cieli giganti che solo l'america riesce a mettere su. scorrevo i titoli e per ogni libro pensavo un breve pensiero: bello, sì, forse l'ho letto al liceo, sopravvalutato, indispensabile nella biblioteca di ogni italiano mediocolto, a chi lo avevo prestato? e così via. finché il caso mi mise davanti a un libro di daniil charms che avevo conosciuto tramite paolo nori e scoperto ben presto introvabile. un autore poco diffuso che nessuna libreria sembrava conoscere, ma che alla fine, quasi per caso, ero riuscita ad avere grazie alla hoepli di milano. mentre cercavo di tirarlo fuori quasi non ci credevo. un caso pazzesco, daniil charms a washington! un caso pazzesco trovarlo proprio quel giorno: mentre erano anni che non ci pensavo, stavo leggendo altro e non ricordavo neanche più dove fosse la mia copia.
ma questo dove l'hai trovato? [...] io ho dovuto cercarlo tanto. [...] lo hai letto? [...] dovresti assolutamente leggerlo, è perfetto per te, ha il tuo stesso senso per il surreale! [...] e poi hai vissuto a mosca, sono sicura che ti piacerà. [...] lo hai letto?
lui mi ha detto: sì, l'ho letto... ma era un po' confuso e non capivo perché. allora rapidissima sono andata alla prima pagina e niente: glielo avevo regalato io. la mia copia presa alla hoepli con tanto di dedica, portato dall'italia quando abitavano a mosca, giugno duemilaotto.
ma, sia chiaro, mi piace questa capacità ricorsiva della mia mente di ripercorrere, passo passo e senza memoria, tutte le tappe che portano ad un gesto. arrivo nello stesso posto esatto senza ricordarmi minimamente la strada, né di esserci già stata e poi, a posteriori, ricostruisco tutto. ora forse non è il caso di analizzare a fondo questa mia personale gestione del tempo, no? l'importante è che, a distanza di anni, anche dall'altro lato del mondo, ho creduto ancora che quel libro fosse perfetto per g.
poi, ovviamente, tutto va giudicato caso per caso.
arthur, nel senso che so di non essere una persona facile… ma tu provaci, eh. non ascoltare xxx! :-)
xxx, dopo tutti questi anni sei ancora qui e non ti sembra ancora il caso di dirmi chi sei… va bene così, eh: solo non dare consigli agli altri su come comportarsi con me! :-P
aitan, davvero? un giorno verrò a casa tua e farò la stessa scena con il libro di bernhard… :-D (a proposito: non mi hai ancora detto che ne pensi!)
kovalski, questo sì. sempre. :-*
mamo, come direbbe viola: fìu! :-) (oggi pensavo che mentre andavo dall'oculista di cui scrivevo prima tu eri lì nei paraggi a giocare a qualcosa... ma io ancora non lo sapevo!)
Scritto da: manu | giovedì, 09 aprile 2015 a 14:51
(no, no, arrivo! :-P)
Scritto da: manu | giovedì, 09 aprile 2015 a 09:18
Oh mannaggia, abbiamo perso la Manu.
'sera! :-)
Scritto da: Arthur | mercoledì, 08 aprile 2015 a 17:29
@ xxx: :-)
Infatti non ci provo, ascolto e basta. :-)
Scritto da: Arthur | venerdì, 03 aprile 2015 a 11:06
sei viva
Scritto da: mamo | giovedì, 02 aprile 2015 a 21:32
nel senso che a volte sei ignara addirittura a te stessa, tu
:-D
<3
Scritto da: kovalski | giovedì, 02 aprile 2015 a 20:22
Mi ha fatto molto ridere, perché, si dà il caso, che anch'io faccia spesso cose di questo tipo...
Scritto da: aitan | giovedì, 02 aprile 2015 a 19:55
Ah, fondamentale il libro di De Mauro, sono d'accordo con la tua professoressa: una pietra miliare!
Scritto da: xxx | giovedì, 02 aprile 2015 a 19:07
Caro Arthur, io la conosco bene. Lotta per starle dietro? Lascia stare, amico!
Scritto da: xxx | giovedì, 02 aprile 2015 a 19:05
Ah non sbaglio neh?
Mi sembrava in effetti. :-)
Ciao, Buona Pasqua se non ci sentiamo prima.
Scritto da: Arthur | giovedì, 02 aprile 2015 a 16:14
kovalski, nel senso che senza aprire la scatola non sapresti dire se sono viva o morta? :-D aiuto, spero che appaia presto mamo con qualche inoppugnabile argomento e che dimostri che sono viva.
arthur, no, non sbagli... :-) riguardo ai flussi di coscienza, secondo me, non vanno scritti nel pieno dell'emozione. perché riescano occorre un'emotività più o meno ragionata, occorre un'analisi. se scrivi con le lacrime agli occhi, di solito, riesci ad esprimere una sola voce. questo per dirti, riprova, riprendi quel racconto dal cassetto... ciao!
Scritto da: manu | giovedì, 02 aprile 2015 a 14:53
James Joyce?
Tremenda! Sei un vulcano o sbaglio? Mi domando, leggendoti, come sarebbe se anziché dietro ad un video fossimo uno davanti all’altro. Sorriderei senz’altro, perché sarebbe una bella lotta starti dietro alle cose da dire, o sbaglio ancora? :-)
Ma tornando a noi, non saprei cosa ne verrebbe fuori e a dire il vero non ci ho mai pensato. Senz’altro tutta una serie di racconti, di storie, non necessariamente in collegamento tra di loro, tanta vita però, perché quei pensieri disordinati che si rincorrono ripercorrendo la memoria, avrebbero tante cose da dire.
Il mese scorso ho saputo una cosa tristissima, ero andato a cercare una mia cara amica e ho saputo che era morta per un tumore alle ossa. C’era stata una storia tra di noi alcuni anni fa e poi ci eravamo persi di vista, tranne che per qualche sporadica occasione. Avevo incominciato a scrivere allora una storia e lei ne era inconsapevolmente la protagonista. Poi tutto era ritornato dentro al cassetto. Per un attimo tutto quel mondo, sopito, era spuntato fuori, l’ho ripercorso, un pensiero insistente, quasi ossessivo.
Penso che riprenderò a scriverla.
Come dire, la forza della mente!
Ari_notte! :-)
Scritto da: Arthur | giovedì, 02 aprile 2015 a 00:03
a volte sei il gatto di schroedinger, tu
;-D
Scritto da: kovalski | mercoledì, 01 aprile 2015 a 23:07
arthur, magari... mi sono chiesta spesso che tipo di libro ne verrebbe fuori! senza collegamenti futuristici (o futuribili?)ci ha già provato joyce... che te ne pare? :-)
xxx, era: storia linguistica dell'italia unita di tullio de mauro... ma il pensiero non è mia, lo ripeteva sempre la mia professoressa di storia della lingua italiana!
Scritto da: manu | mercoledì, 01 aprile 2015 a 15:43
Adesso voglio sapere qual è il libro per cui hai pensato che tutti gli italiani medio-colti dovessero averlo...
Scritto da: xxx | mercoledì, 01 aprile 2015 a 09:09
Sì, tutto va giudicato caso per caso. :-)
Ma mi domando e dico, forse che ci sia una qualche analogia o come dici sarò un caso che la pensiamo in certi casi più o meno allo stesso modo?
Stavo pensando anche a “questa capacità ricorsiva della mia mente di ripercorrere, passo passo e senza memoria, tutte le tappe che portano ad un gesto…” No, non ti sto copiando o emulando, giurin giuretto, ma succede anche a me e allora altro che ricostruire tutto, addirittura se la mia mente fosse direttamente collegata ad una penna o a una tastiera di un computer, potrei scrivere direttamente un romanzo di quella cosa, tanta è la verosimiglianza, ma il caso in questo conta poco forse.
Da piccolo, da giovane, amavo Mark Twhain e il suo romanzo “Le avventure di Tom Sawyer “ mi aveva fatto sognare tanto, tant’è che spesso, nei momenti in cui mi trovavo solo con la mia mente, lei, sì, sempre lei la mente, andava avanti come una forsennata (la mente…), immaginando, ricostruendo, inventandosi come direbbe qualcuno oggi, di tutto e di più.
E questo cosa c’entra, dirai? Beh, magari è un caso. Che poi, parlando del più e del meno, chissà perché mi vengono in mente un sacco di cose da dire, per esempio che a Trastevere si mangia bene e volendo si spende anche di meno, che la notte di San Lorenzo se uno ha voglia di esprimere un desiderio deve farlo con accanto un ettolitro di birra scura di puro malto distillata in botti di rovere invecchiate nelle cantine di Roveredo, che a nonna Giuliana gli mancano tre denti davanti e due dietro e si accettano offerte per comprarle i para spruzzi, che Fontana la prima volta che tagliò una tela…
‘notte! :-)
Scritto da: Arthur | mercoledì, 01 aprile 2015 a 00:31