- un secondo, un secondo soltanto. tu non fai altro che parlare di ego. dio mio, ci vorrebbe cristo in persona per stabilire cosa è ego e che cosa non lo è. questo è l'universo di dio, carissima, non il tuo, e tocca a lui l'ultima parola su cos'è ego e cosa non lo è. come la mettiamo allora col tuo amato epitteto? o con la tua amata emily dickinson? vuoi proprio che la tua amata emily, ogni volta che le vien voglia di scrivere una poesia, si metta a sedere e dica una preghiera finché quella sua orribile voglia egoistica non le passa? no, certo che no!
però vorresti che portassero via tutto il suo ego al tuo amico professor tupper. perché lì è diverso, e magari lo è. sì, forse lo è davvero. ma non andare in giro a gridare contro gli ego in generale. secondo me, se vuoi proprio saperlo, metà della sporcizia di questo mondo è provocata da persone che non si servono del proprio vero ego. prendi il professor tupper. da quel che mi dici, sarei pronto a scommettere qualunque cosa che quello che usa lui, quello che tu consideri il suo ego, non è affatto il suo ego, ma qualche altra facoltà molto più sporca, molto meno basilare. dio mio, sei stata a scuola abbastanza per sapere come stanno le cose. gratta un maestro incompetente, o quanto a questo, un professore universitario, e cinque volte su dieci scopri un meccanico o uno scalpellino di prim'ordine che ha sbagliato di mestiere. prendi le sage, per esempio: il mio amico datore di lavoro, la mia rosa di madison avenue. pensi che sia stato il suo ego a farlo andare alla televisione? un corno! non ha più nessun ego, ammesso che ne abbia mai avuto uno. l'ha frantumato negli hobby. ha almeno tre hobby, che io sappia; e hanno tutti a che fare con quel grosso laboratorio da diecimila dollari che s'è fatto installare nel seminterrato, pieno di macchine, di morse e dio sa cos'altro. nessun individuo che si serva davvero del suo ego, del suo vero ego, riesce a trovare il tempo per qualche maledetto hobby -. zooey tacque bruscamente.
[da franny e zooey di j.d. salinger]
già, ma viviamo in un mondo che non l'ha ancora capito.
Scritto da: manu | giovedì, 26 novembre 2009 a 15:15
formidabile passo meno noto di uno scrittore da me (da molti. da troppi? non più - non ora) amatissimo.
in quaranta righe stronca la metafisica buddistica sulla necessità dell'estinzione dell'Ego. Perché il problema oggi forse è che non ci siamo, facciamo soltanto.
Scrivere senza pubblicare, come scrivere per Dio, o per il Silenzio, o per nessuno - scelta di abissale valore.
Scritto da: Solaris | martedì, 24 novembre 2009 a 20:56
:-*
Scritto da: manu | lunedì, 23 novembre 2009 a 10:30
il libro della mia vita!
c.
Scritto da: CATE | lunedì, 16 novembre 2009 a 15:07